Segnalazioni Studi di Settore – l’efficienza di facciata di uno Stato arrogante

Non capiamo davvero perché un’Agenzia così “premurosa”, visto che ormai ha compiuto lo sforzo di inviare puntualmente la segnalazione a mezzo Pec (Pec, ricordiamolo, resa obbligatoria dal legislatore per “semplificare” e velocizzare il rapporto Stato/Contribuente), non abbia anche trasmesso copia della comunicazione d’anomalia attraverso lo stesso strumento, evitando inutili perdite di tempo per tutti.
Evidentemente in uno Stato dove tutti gridano contro la burocrazia e l’inefficienza, è più logica l’illogicità di inviare la lettera/segnalazione, far andare il contribuente ad autenticarsi all’Agenzia personalmente o dare delega al proprio intermediario, attendere pin e password varie (tanto ne abbiamo poche!!), loggarsi dentro il sito dell’Agenzia, entrare nell’apposita sezione, stamparsi la tanto desiderata lettera e, attraverso apposito programma (ultima versione del 1° giugno u.s.), poter finalmente rispondere.
Dulcis in fundo il 9 giugno u.s. un messaggio personalizzato agli intermediari “avvertiva” che “…dalle 15 alle 18.30 il servizio di consultazione del cassetto fiscale subiva un’interruzione per interventi di manutenzione straordinaria…”. E alla riattivazione del servizio, si è provveduto a variare anche le consultazioni del cassetto fiscale. Una domanda sorge spontanea: perché il tutto non è stato fatto prima dell’invio delle segnalazioni?
Ci chiediamo perché tanta farraginosità e il nostro occhio attento cade allora sul sito della Sogei (braccio armato del Mef) dove quest’ultima canta le sue lodi (qui il link) per i numeri in crescita; ma ad un aumento dei numeri non sempre corrisponde un aumento dell’efficienza; in quest’ultimo caso crediamo solo un aumento dovuto a nuovi obblighi di legge (730 precompilati, per esempio) e trasmissioni telematiche. Che sia questa una delle ragioni per cui i nostri adempimenti non vengono soppressi o compressi? Una cosa è certa, la Sogei è unico fornitore dei servizi allo Stato e fattura oltre mezzo miliardo di euro l’anno. Gradiremmo sapere (noi che siamo i principali utilizzatori dei loro programmi e delle loro non rare inefficienze) il dettaglio di tali ricavi visto che nella nota integrativa abbiamo un dato aggregato.
Ci sorge un dubbio… non è che la Sogei per mantenere la sua macchina debba fatturare programmi di cui potremmo volentieri fare a meno? Se infatti si sostiene che la frontiera digitale possa essa essere considerata come la panacea di tutti i mali, va altresì considerato che in queste fasi iniziali ci troviamo spesso davanti a complicazioni operative tali da farci rimpiangere i vecchi tempi, quando con la penna si era sì lenti, ma l’azione dipendeva esclusivamente da noi e non da variabili esterne, a volte indipendenti dalla nostra volontà e che ci fanno stare con il cuore in gola.
Paolo Galardini e Rita Millesimi
Sindacato Italiano Commercialisti