Martedì 14 Maggio 2024

Agenzia delle Entrate: la credibilità necessaria per essere controllori

Stiamo assistendo in questi giorni alla diatriba apertasi tra il direttore dell’Agenzia Entrate e il sottosegretario all’Economia Zanetti circa il ruolo svolto dall’Agenzia stessa, anche a seguito della decadenza dei suoi funzionari (e delle evidenti ripercussioni nelle loro attività) pronunciata di recente dalla Corte Costituzionale.

Notiamo come, troppo spesso, i mass media ed alcune parti politiche (che conoscono davvero poco della materia fiscale e delle complicazioni di questo particolare settore), con spaventosa approssimazione confondano temi come l’evasione tributaria con altri, come il generale rispetto del diritto e le regole di buona amministrazione.

Siamo per primi consapevoli dei problemi legati all’evasione, ma sappiamo anche che essa è usata troppo spesso come alibi o parafulmine, per non dire come elemento di distrazione di massa. Il tutto per non affrontare tematiche molto più grandi e difficili quali la spesa pubblica fuori controllo, la corruzione (più alta ora che nel 1992) o gli scandali quali, citandone solo alcuni, MPS o Alitalia, tematiche che non possono catalogarsi come casi di pura evasione fiscale, ma che hanno prodotto disastri ben maggiori. Per non parlare poi delle opere pubbliche che nascono già fatiscenti (con conseguenti crolli) etc etc. Prima di parlare, quindi, sarebbe necessario tenere i campi ben distinti.

Se si parte dalla questione funzionari, è bene dire che la Consulta ha pronunciato una sentenza (gli atti accertativi debbono essere sottoscritti da un Dirigente dello Stato con qualifica acquisita con concorso pubblico) e questa va rispettata; qualsiasi diverso comportamento sarebbe impraticabile e contro quella legge che astrattamente l’Agenzia vuole che i contribuenti rispettino sempre. Questa situazione non l’hanno creata certo i cittadini/contribuenti (né tanto meno i Commercialisti), ma quello Stato così spesso autoreferenziale e burocratizzato come nel caso di specie. Stavolta lo Stato ha fatto “autogol” e difatti non si riescono a trovare soluzioni (o vie d’uscita) a questo problema, con il rischio di nullità che incombe su migliaia di avvisi di accertamento.

Il sottosegretario Zanetti ha, crediamo giustamente, indicato il corto circuito in atto ma subito è stata messa sul tavolo (strumentalmente?) la questione dei 3.000 euro di contante, così da spostare l’attenzione dai funzionari con ruoli ricoperti non legittimamente, all’evasione, tema sempre in voga e brandito alle masse come l’unico male di questo paese.

Purtroppo sappiamo che anche la presente, tenuto conto della provenienza, potrà essere strumentalizzata ad hoc, considerando che spesso la nostra categoria è percepita (fatta percepire?) come quella che difende gli evasori: Falso! Vero è invece che abbiamo fatto e facciamo tanto per questo Paese, sostituendoci troppo spesso a quello Stato che con la Sua pachidermica struttura non è riuscito sino ad oggi a fare. Cioè, dotare i suoi cittadini di un sistema fiscale semplice ed efficiente ed attuando invece molteplici adempimenti che sono stati e sono adempiuti solo grazie al nostro costante impegno, sulla cui utilità nutriamo, eufemisticamente, più di qualche dubbio. Sarà mica che, con la complicazione amministrativa, forse è più difficile rintracciare la destinazione delle nostre tasse?

In definitiva, il Sindacato italiano Commercialisti chiede un’Amministrazione Fiscale che rispetti le norme e le sentenze (anche quando non piacciono) ed un’attività accertativa degli Uffici che tenga conto dell’attuale periodo di profonda crisi economica. In questo senso, ad esempio, si segnala come gli studi di settore spesso non tengono adeguatamente conto di tutto questo ed il contribuente si trova costretto a dover ricorrere alla Giustizia Tributaria per veder riconosciute le proprie ragioni. Un’attività accertativa più adeguata ai tempi ed alla realtà potrebbe rappresentare invece un elemento di maggiore fiducia dei cittadini nei confronti dell’Amministrazione Finanziaria, ed è anche in questo modo che si può combattere l’evasione tributaria.

Sindacato italiano Commercialisti

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